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l'astrofisica pop
Margherita Hack, il caffè, la torta di nocciole e la fisica dello spazio
20 settembre 2024
L'astrofisica POP
Ha paura della morte? “No, assolutamente no. Non ha senso. Io non credo ci sia nulla dopo la morte. Resterà la mia materia, quella di cui sono fatta io, che servirà a fare altre cose. Altri oggetti, altre persone, altri esseri viventi. Io non ci sarò più. Perché averne paura?”
Fu così che Margherita Hack, detta Marga, rispose durante un’intervista nell’aprile del 2013, pochi mesi prima di morire a 91 anni. Ed è in questa frase che si può cogliere il senso della libertà e dell’infinito che fin da piccola l’ha caratterizzata, rendendola unica, in tutti i sensi. Come le Cafeidi, le stelle variabili pulsanti da lei scoperte e la cui natura consente di misurare con precisione le distanze tra le galassie.
Nasce a Firenze nel 1922, in Via delle Cento Stelle (quando si dice destino!), ragazzina intellettualmente vivacissima e sempre in movimento. Adora lo sport e non si cura di trucco e parrucco: racconta infatti che l’unica volta che andò dalla parrucchiera fu quando sposò il suo adorato Aldo, l’uomo, marito ed amico, che le restò accanto per 69 anni. La conobbe quando avevano rispettivamente 11 e 13 anni e fin da subito fu colpito dalla sua vivacità: “era energica, si arrampicava sugli alberi meglio di me, giocava a palla e non si arrendeva mai. Mi piaceva la forza che riusciva a esprimere.”
Dopo il liceo seguito con scarso entusiasmo, tanto da essere rimandata in matematica durante la seconda ginnasio, si iscrive a Lettere, seguendo il consiglio dei genitori che avevano ipotizzato per lei una carriera da giornalista. Ma le basta un’ora di lezione per capire che non era certamente quella la
sua strada e decide di iscriversi a Fisica, materia che le era sempre piaciuta. Si laurea nel 1945 ed inizia subito a combattere con un mondo accademico sospettoso e misogino. “I fatti” – raccontò – “sono che ho dovuto fare molta più fatica dei miei colleghi maschi. Mi facevano i dispetti. E quante volte, quando si scopriva il lavoro che facevo, mi veniva chiesto il meteo o il calcolo del cielo di nascita!”
Collabora con le università più prestigiose grazie alle borse di studio vinte e nel 1954 finisce all’Osservatorio di Merate dove l’allora direttore, chi si ricorda il suo nome?, si rifiuta di pubblicare le sue ricerche. Nel 1964 è la prima donna a vincere la cattedra di Astrofisica a Trieste ed è anche la prima donna a
dirigere un Osservatorio Astronomico dove trova due soli ricercatori. E qui l’intuizione, ossia collegare l’Osservatorio all’Università per accogliere e coltivare giovani studiosi da tutto il mondo.
Bandisce nuovi concorsi e Trieste diventa il centro dell’universo scientifico: punto di riferimento internazionale anche per le fitte collaborazioni con Nasa ed Esa. E iniziano ad arrivare anche le prime studentesse fino a divenire la metà delle iscritte e delle laureate. Nel 1978 fonda la rivista “L’Astronomia” a cui segue nel 2002 “Le Stelle” con l’obiettivo di rendere l’astrofisica un argomento pop. Contemporaneamente inizia un’attività vorticosa di divulgatrice scientifica, durata fino alla fine della sua vita.
Una scienziata irriverente, toscanissima, apparentemente burbera, tifosa sfegatata della Fiorentina, che gira il mondo spiegando i fenomeni astrofisici utilizzando gli oggetti di tutti i giorni come i calzini, i pantaloni o la torta di nocciole. Nel 1938 fu segnata dalle leggi razziali e fin da allora si battè per i diritti civili. Animalista convinta,
vegetariana da sempre e grande amante dei gatti, Marga è stata una donna il cui pensiero libero si è battuto contro tutti i dogmi.
La bicicletta era in assoluto il suo mezzo di trasporto, utilizzato fino a quando i medici glielo consentirono, con la quale scorrazzava su e giù per Trieste. Me l’immagino in piazza Unità d’Italia, in quello spazio la cui bellezza toglie il fiato, tra gli stucchi del Caffè degli Specchi e l’irruenza del mare dall’orizzonte infinito.
Mi sarebbe piaciuto tantissimo parlare con lei, davanti ad una tazza di caffè, di stelle e di torte alle nocciole. Del resto, l’astronomia e la gastronomia sono divise solo una g.
ANNA MARIA PELLEGRINO
Gastrònoma e foodblogger.
Ama la bella cucina e narrarla alle persone.
Per il magazine Goppion ha curato nel 2022 la rubrica “Le Colazioni di Anna Maria”, nel 2023 ci ha portato a fare il giro del mondo con “Il caffè degli altri” e per questo 2024 ci racconta la storia di 12 donne attraverso una tazzina di caffè nella rubrica “Donne&Caffè”