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La regista
Un caffè con Lina Wertmüller, prima regista donna candidata all’Oscar
27 marzo 2024
La Regista
LA REGISTA
La pappa al pomodoro. Un piatto di recupero del pane che sa raccontare mille storie.
Come quelle che ha saputo dirigere Lina Wertmüller, la prima donna regista candidata all’Oscar per il film “Pasqualino Settebellezze”.
Era il 1977 e la leggenda racconta che rifiutò di assistere alla cerimonia degli Oscar. “Non è vero!” ribadì sorniona durante un’intervista. “Ci andai. Solo che non volevo sedermi in prima fila ed al mio posto si sedette la moglie del critico cinematografico Tullio Kezich. Mentre io trascorsi la serata qualche fila più in là, accanto a Giancarlo Giannini, ridendo al fatto che tutto il mondo pensava fossi Lalla Kezich”.
Questo episodio basterebbe per raccontare lo spirito gioioso e giocoso della celebre regista, così gioioso, giocoso e ribelle alle regole che costò a Lina l’espulsione da ben undici scuole. Come un vero Gian Burrasca, il vivacissimo ragazzino interpretato da Rita Pavone nella miniserie televisiva, andata in onda tra la fine del 1964 e l’inizio del 1965. Otto puntate in bianco e nero dirette dalla Wertmüller, che adattò alle esigenze televisive il romanzo scritto da Luigi Bertelli nel 1907 e pubblicato a puntate sul Giornalino della Domenica. Non solo, fu anche l’autrice della canzone che da quasi sessant’anni tutte le generazioni hanno cantato almeno una volta, “Viva la pappa col pomodoro”, un tripudio di colore, nel mondo grigio del collegio, in cui la parola bambino fa rima con rivoluzione.
Sentimento, quello ironicamente rivoluzionario, che si respira in tutti i film da lei diretti, come “I basilischi” (1963) o quelli caratterizzati dai titoli chilometrici: ”Film d’amore e d’anarchia – Ovvero Stamattina alle 10 in via dei Fiori nella nota casa di tolleranza” o “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”, che la fecero conoscere al mondo intero fino, appunto, alla nomination all’Oscar come miglior regista.
Ed è la stessa regista che tra il 1990 e il 1991, cercando comparse per il film che da lì a poco avrebbe diretto, liberamente ispirato al libro omonimo di Marcello D’Orta, entrò in un bar per acquistare delle sigarette e, inebriata dal profumo del caffè, ordinò addirittura tre espressi. Forse è per questo motivo che nel 2015 le venne conferita la cittadinanza onoraria di Napoli.
Il film girato nella città partenopea, prese il nome dal tema di un alunno: “I buoni rideranno e i cattivi piangeranno, quelli del purgatorio un po’ ridono e un po’ piangono. I bambini del Limbo diventeranno farfalle. Io speriamo che me la cavo”.
Perché per diventare come Lina Wertmüller, vent’anni prima di tutte le altre, bisogna essere come il bimbo raccontato dal libro mentre respira a pieni polmoni lo spirito della sua autobiografia “Tutto a posto e niente in ordine”.
ANNA MARIA PELLEGRINO
Gastrònoma e foodblogger.
Ama la bella cucina e narrarla alle persone.
Per il magazine Goppion ha curato nel 2022 la rubrica “Le Colazioni di Anna Maria”, nel 2023 ci ha portato a fare il giro del mondo con “Il caffè degli altri” e per questo 2024 ci racconta la storia di 12 donne attraverso una tazzina di caffè nella rubrica “Donne&Caffè”