magazine
la gastronoma
Anna Maria Pellegrino, l’intraprendenza, il crollo e la rinascita
20 dicembre 2024
La gastronoma
Un passato movimentato e un futuro quasi tutto ancora da scrivere. A quasi 60 anni Anna Maria Pellegrino ha ancora quella curiosità e quella contagiosa voglia di felicità che la contraddistingue fin dai primi anni di vita.
Nasce in una famiglia cattolica da genitori molto severi e diventa ben presto una bambina ubbidiente e studentessa modello, tanto che i voti non bastano, e le maestre la premiano con attestati di lode.
Ha un solo problema: la forte miopia che spinge i medici a proibirle di leggere. Ma per lei i libri sono un oggetto del desiderio, un mezzo per placare quella sete di conoscenza che le brucia dentro. Decide quindi di infrangere le regole – non sarà l’ultima volta – e di iscriversi di nascosto dalla famiglia alla biblioteca di Noale, dove passa interi pomeriggi a leggere, affascinata anche dalla raccolta di quotidiani dell’emeroteca ben fornita.
La sua formazione nasce tra quelle pagine, che le insegnano a guardare la realtà da tanti punti di vista, l’importanza della diversità, della multiculturalità. Ma nasce anche dall’incontro con suor Licia, con cui organizza un doposcuola per bambini di famiglie problematiche a soli 14 anni.
L’esperienza e l’amore per il latino la spingono a scegliere studi magistrali, con l’idea di insegnare. Ma la vita le riserva altro. Dopo la maturità il desiderio di affrancarsi dalla famiglia la porta a cercare un lavoro, che trova nel gruppo PAM. Lì trova anche l’amore, quel Roberto che oggi non c’è più, ma che l’avrebbe accompagnata per gran parte della vita e che le chiede di sposarla al cinema. Ha solo 21 anni, ma il suo sì è forte e convinto. Dal matrimonio nascono due figli, Edoardo ed Enrica, fonte di grande gioia e impegno. Il passato però bussa alla porta, e un trauma dell’adolescenza fin lì sopito torna e la fa sprofondare nella depressione prima e nell’anoressia poi. Ne esce, da donna forte qual è, facendosi ricoverare spontaneamente in una clinica psichiatrica.
Da quel momento trova nella scrittura e nella fotografia la sua via di guarigione, il suo modo per curare le ferite dell’anima. Lo stesso ruolo lo avrà il cibo, per troppo tempo rifiutato. Così, dopo tanti lavori diversi, decide di fare un anno di stage in un ristorante di un amico a Padova. Apre poi uno dei primi blog dedicati alla cucina in Italia, La cucina di QB (attualmente in rifacimento), e diventa un punto di riferimento nel settore. Iniziano le collaborazioni, i corsi, le moderazioni a convegni. Arriva anche la presidenza di AIFB (Associazione Italiana Food Blogger) nel 2013, il Centro Studi dell’Accademia della Cucina Italiana, il consiglio direttivo di APCI (Associazione Professionale Cuochi Italiani), dove si occupa di cultura ed identità gastronomica e la presenza fissa a Geo, su Rai3, quale cuoca ed esperta di cucina.
Il futuro? Il tesserino da giornalista, che arriverà a breve, un libro autobiografico sugli anni recenti della sua vita e l’agognata laurea in Storia. Per chiudere un cerchio e fare felice quella rivoluzionaria bambina di 11 anni.