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come si pronuncia hygge?
Calore, intimità, benessere. Il segreto della felicità danese
28 marzo 2023
Come si pronuncia hygge?
Avete mai letto la tragedia di Amleto scritta da William Shakespeare attorno al 1600?
“Essere o non essere, è questo il dilemma. È forse più nobile soffrire, nell’intimo del proprio spirito, le pietre e i dardi scagliati dall’oltraggiosa fortuna, o imbracciar l’armi, invece, contro il mare delle afflizioni, e combattendo contro di esse metter loro una fine?”.
In sintesi è la storia del fantasma del Re di Danimarca, padre ed omonimo del giovane Amleto, ucciso dal fratello Claudio che non solo gli ha usurpato il trono, ma gli ha anche sposato la vedova, la Regina Geltrude. Amleto deve vendicare il padre in un duello e alla fine muoiono tutti. Compreso il teschio che Amleto regge in mano mentre pronuncia il celebre monologo.
Chissà cosa sarebbe accaduto se il giovane principe avesse conosciuto la hygge, ossia la ragione per la quale il popolo danese è considerato uno tra i più felici al mondo. Hygge (che si pronuncia hugga) è infatti l’arte tutta danese del vivere bene.
Letteralmente si traduce con “calore, intimità, benessere” e deriva dal norvegese antico. Attorno al XVIII secolo fu pubblicato un testo in cui questo termine compariva per la prima volta e in realtà non ha un significato definito, statico direi. Infatti hygge, che i danesi usano come sostantivo e verbo, è un modo di fare e di essere: stare bene con se stessi e vivere la propria vita con i propri tempi. La filosofia hygge si può applicare a qualsiasi cosa e i danesi la utilizzano praticamente per ogni aspetto della vita quotidiana.
Recentemente Pif, nome d’arte di Pierfrancesco Diliberto, regista e sceneggiatore televisivo, in due puntate del suo bellissimo programma “Caro Marziano” (Rai Tre) si è tuffato nella narrazione di questo stile di vita, curiosando nelle case, nei luoghi di lavoro, nei locali e nelle scuole, alla ricerca appunto del segreto della felicità.
Il bagliore delle onnipresenti candele, di gran lunga preferite ai lampadari, è hygge. Anche mettersi comodi e guardare un film insieme alla persona amata. E non c’è niente di più hygge che starsene seduti tra amici e familiari chiacchierando delle piccole e grandi cose che rendono la vita felice.
Felicità che si può trovare anche nel cibo, sia nella preparazione che nella condivisione. È molto frequente che un invito a cena danese consista nel cucinare a piedi scalzi assieme agli ospiti.
Anche i bimbi imparano a scuola, in programmi di educazione alimentare, che le verdurine, come le carotine e i cetriolini, possono essere hygge.
Come il dolce che ho pensato per voi, da realizzare assieme agli amici e da condividere a colazione o nei momenti di pausa, accompagnato da una fumante tazza di caffè. Si chiama Brunsviger ed è una focaccia tradizionale, dall’impasto leggero e con una copertura di zucchero di canna che diventa quasi una glassa. Si trova in ogni bakery, ma rimane originaria dell’isola danese di Funen, città natale di Hans Christian Andersen. Si cucina in teglie rettangolari e si taglia poi in pezzi più piccoli, anche quadrati.
Perché la felicità è una cosa seria e si alimenta di momenti, e pietanze, hygge.
BRUNSVIGER
Dosi per 6-8 persone
Difficoltà: semplice
Preparazione: 20 minuti più il riposo
Cottura: 30-35 minuti
Ingredienti per la focaccia
420 g di farina di tipo 0 (media forza, per focacce)
240 ml di latte intero, riscaldato a 40°C
7 g di lievito secco attivo (1 bustina)
50 g di zucchero semolato
1 uovo bio
una presa di sale
80 g di burro non salato, sciolto
Ingredienti per il topping
200 g di zucchero di canna scuro
150 g di burro non salato
Procedimento
Nella ciotola della planetaria mescola con la frusta a gancio gli ingredienti umidi: latte con lo zucchero, l’uovo sbattuto, il burro sciolto.
Aggiungi il lievito mescolato con un paio di cucchiaiate di farina e poi il resto a cucchiaiate e a metà un pizzico di sale.
Lavora lentamente fino ad ottenere un impasto liscio e sodo che si incorderà al gancio, lasciando le pareti della ciotola perfettamente pulite.
Copri e lascia riposare in un luogo caldo a lievitare per 60 minuti o fino a quando sarà raddoppiato.
Ungi una teglia da forno (22×33), copri con carta forno e stendi l’impasto, allungandolo delicatamente fino ai bordi della padella. Copri e lascia lievitare l’impasto fino a quando non diventa gonfio e raddoppiato di dimensioni; ci vorranno circa 45 minuti.
Nel frattempo in una piccola casseruola sciogli il burro con lo zucchero di canna a fuoco basso. Metti da parte a raffreddare leggermente.
Preriscalda il forno a 200°C, statico.
Premi le dita nell’impasto per formare delle fossette profonde. Versa il topping sull’impasto, assicurandoti di riempire le fossette ed evitando i lati dell’impasto.
Cuoci la focaccia per 30-35 minuti. Lasciala raffreddare in una gratella e servila tiepida o a temperatura ambiente.
ANNAMARIA PELLEGRINO
Gastrònoma e foodblogger.
Ama la bella cucina e narrarla alle persone.
Per il magazine Goppion ha curato nel 2022 la rubrica “Le Colazioni di Anna Maria”, mentre in questo 2023 ci porta a fare il giro del mondo con “Il caffè degli altri”.