Il fondatore della famosissima catena di caffetterie Starbucks, Howard Schultz, prima di andare in pensione ha ben pensato di presentare una nuova linea di bevande il cui focus è la combinazione tra caffè e olio extravergine d’oliva. Una sorta di omaggio alla cultura gastronomica mediterranea, che ha chiamato “Oleato”. L’ispirazione gli venne durante un viaggio in Sicilia, quando apprese che era consueto assumere appena svegli un cucchiaino d’olio. E, udite, udite, sembra che sia piaciuto moltissimo a Milano mentre gli americani hanno continuato ad utilizzare l’olio per le insalate, tenendolo ben distante dalla tazzona di caffè nero bollente.

Il caffè americano. Vi ricordate quando l’avete conosciuto la prima volta?

Per quanto mi riguarda galeotta fu una serie televisiva che fu trasmessa in Italia nel 1977: Happy Days. Furono undici le stagioni durante le quali vennero raccontate le vicende di una simpaticissima famiglia borghese, i Cunningham, composta da Howard, proprietario di una ferramenta, e dalla moglie Marion, spumeggiante casalinga alla prese con due figli adolescenti: il pacato Richie e l’instancabile Joanie. Attorno a loro gli amici del cuore, e del college, e un duro dal cuore tenero, il meccanico rubacuori Arthur Fonzarelli, universalmente conosciuto come Fonzie. E tutte noi ragazzine adolescenti trascorremmo mesi incredibili, per quanto riguarda la gestione degli affari di cuore, in quanto passammo dall’innamoramento per Sandokan, la Tigre della Malesia, interpretato dal fascinosissimo Kabir Bedi, all’infatuazione per Fonzie, un James Dean senza tutti quei problemi esistenziali.

Il luogo dove veniva raccontata una quotidianità allegra e colorata, spaccato sereno e fiabesco del sogno americano, per intenderci quello tra gli anni Cinquanta e Sessanta, era il locale di Alfredo Del Vecchio, “Arnold’s Drive In” e fin dal primo episodio iniziò il confronto tra due consuetudini gastronomiche diversissime tra loro. Noi avevamo ristoranti, trattorie, osterie, bar e pasticcerie, e in ognuno di questi luoghi potevi godere di piatti diversi e ben definiti tra loro. Mentre da Arnold’s potevi mangiare come se fossi in ristorante, ma con la stessa leggerezza del bar e della pasticceria.
E mi sforzai di comprendere che differenza poteva esserci tra una fetta di torta paradiso ed un muffin, tra il panino al prosciutto e l’hot dog, tra la colazione con la tazzona di caffellatte e biscotti e le uova strapazzate servite con la pancetta, pardon, bacon. E sopra ogni cosa, dal dolce al salato, la brocca di vetro ricolma di caffè nero nerissimo, servito da una sorridente e rassicurante cameriera, dalla divisa rosa confetto e dalla cotonatissima pettinatura.

Se caffè e olio evo non hanno riscontrato tutto questo successo, lo stesso non si può dire per le uova strapazzate che vorrei condividere con voi, magari vicini ad un jukebox a tutto volume, indossando calzini bianchi e ballerine colorate, oppure una t-shirt immacolata con l’immancabile jeans dall’ampio risvolto. E la mug ricolma di caffè nero, anzi, caffè americano.