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L’orto del pane
“È un po’ questo lo spirito dell’Orto del Pane?” mi domando?
5 novembre 2022
L’orto del pane
“Provincia, campagna, gioia di vivere ed elasticità intrinseca: nel pane c’è tutto questo, oggi come allora. Ecco perché il pane è il mezzo privilegiato grazie al quale perderci in noi stessi, alla ricerca di noi stessi.” (Muriel Barbery “Estasi Culinarie”)
“E’ un po’ questo lo spirito dell’Orto del Pane?” mi domando?
Mi trovo a Vidor, in provincia di Treviso, collocato tra il fiume Piave e le Prealpi Trevigiane, nei pressi dell’azienda artigiana Aries Pasteria, nata dalla tenacia di Franco Dal Piccol. Un’azienda che produce pani, dolci e lievitati, da sempre biologica, anche quando il biologico non esisteva.
Se è vero che in principio fu il pane, e “cum-panis”, ovvero “colui che mangia il pane con un altro”, spiega il termine compagno, mi trovo a riflettere sul consumo del pane nel nostro Paese. Dall’Unità d’Italia ai giorni nostri siamo passati da oltre un chilogrammo a meno di cinquanta grammi a testa, al giorno.
Nelle tavole dei consumatori si serve tanta retorica, quella insopportabile che negli ultimi anni ha avvolto, quasi soffocato, il mondo del cibo, tra la cucina dei senza e il teatrino di Masterchef.
Provate a chiedere a chi sta sbocconcellando un panino ai cinque cereali: “che cereali stai mangiando?” Vi guarderà con lo sguardo da Bambi smarrito.
Ed è alla base di queste, e altre considerazioni, che Franco, con il supporto visionario di Danilo Gasparini, docente di Storia dell’Agricoltura e Storia dell’Alimentazione all’Università di Padova, ha dato vita all’Orto del pane, un appezzamento di terreno realizzato in uno spazio antistante ad Aries.
Un’iniziativa tra il didattico ed il didascalico, che consente al consumatore di conoscere il ciclo vegetativo di alcuni dei cereali addomesticati dall’uomo oltre diecimila anni fa: le varietà piantate si raccontano durante lo scorrere del tempo e diventano anche luogo moltiplicatore di diversità biologica, con le api e gli insetti bottinatori che trovano irresistibili i fiori di grano saraceno e una coppia di faraone selvatiche che tra la tarda primavera e l’estate in mezzo ai cereali ha cresciuto la prole.
Diversità biologica e spezzare il pane. Ecco quindi l’ispirazione dei panini dolci di questo mese, che hanno bisogno di un caffè speciale come Hermanos, un caffè che racconta la bellezza dell’unione di colture e culture diverse. Un vero abbraccio tra i sapori e tra le persone che si prendono cura della terra.
Perché, come scrisse Wendell Berry in uno dei suoi saggi più famosi, «Mangiare è un atto agricolo».
Benvenuto Novembre!
Anna Maria Pellegrino
PAN DOLCE CON UVETTA AL PROFUMO DI CAFFÈ
Dosi per 8 panini
Difficoltà: media
Preparazione: 20’ più il riposo
Cottura: 30’
Ingredienti
250 g di farina 00
250 g di farina 0
8 g di sale
4 g di lievito di birra secco
30 g di zucchero
150 ml di latte parzialmente scremato
110 g di acqua tiepida
3 uova bio
40 g di burro a temperatura ambiente
caffè Hermanos in polvere
2 cucchiai di uvetta sultanina
Procedimento
Setaccia le farine e lavorale nella planetaria con lo zucchero e il lievito.
Aggiungi l’acqua e il latte tiepidi, 40 g di burro morbido, 2 uova intere appena sbattute, un cucchiaio raso di caffè in polvere, il sale e lavora con la frusta a gancio fino ad ottenere un impasto liscio e morbido e per ultimo unisci l’uvetta sultanina lasciata in ammollo nel caffè per 10’.
Fai riposare coperto per 45’ a temperatura ambiente.
Rompi la lievitazione e dividi l’impasto in 8 pezzi uguali, pirlali per dar loro una forma rotonda. Posizionali in una teglia coperta da carta forno, distanziati, coprili e fai riposare per altri 45’.
Spennella la superficie dei panini con l’uovo sbattuto. Se desideri spolvera con la granella di zucchero o con qualche seme di lino.
Cuocili nel forno statico già caldo a 180° per 25’-30’ o fino alla doratura.
Fai raffreddare sopra una gratella e servili con una calda tazza di caffè ottenuta con il pressofiltro
ANNAMARIA PELLEGRINO
Cuoca, foodblogger, docente e narratrice gastronomica.
Ama la buona cucina e raccontarla alle persone.
Per il magazine Goppion cura la rubrica “Le Colazioni di Anna Maria”, dove racconta ricette per addolcire uno dei momenti più belli della giornata.