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La dogaressa
Un caffè con Elisabetta Grimani, moglie di Ludovico Manin e ultima a ricoprire questa carica
31 gennaio 2024
La Dogaressa
Venezia è femmina.
Femmina e Serenissima: le leggi emanate dal Gran Consiglio nel corso dei secoli diedero vita ad un sentimento di tolleranza soprattutto nei confronti di quegli stranieri che giungevano a Venezia per motivi legati alla sua economia. Serenissima anche nella figura della Dogaressa, la consorte del Doge, il massimo esponente politico della città.
Non tutte le Dogaresse sono state raccontate, alcune lo sono state ma non in modo benevolo, soprattutto per le spese sfarzose a corredo delle cerimonie di incoronazione o, meglio, di insediamento, come quella di Zilia Dandolo, moglie di Lorenzo Priuli, avvenuta 18 settembre 1557. La bizantina Teodora Anna Ducaina, l’ultima dogaressa straniera e figlia di Imperatore, portò nel 1070 nella rozza corte di allora una malvista stramberia futurista, la forchetta. Giovanna Dandolo, a metà del Quattrocento, si fece promotrice di un’arte unica, il merletto di Murano, che un secolo e mezzo dopo Morosina Morosini, moglie del doge Marino Grimani, fece diventare un vero e proprio business, promuovendo l’attività artigianale in quegli istituti assistenziali che accoglievano donne in difficoltà.
Vengo sorpresa da un fruscio di stoffa mentre indago tra le righe, sul tavolino di marmo del caffè Florian che, grazie ad un’ingegnosa rotazione, consente ad Elisabetta Grimani, l’ultima Dogaressa della storia, di sedersi con elegante disinvoltura.
Mentre scioglie due zollette di zucchero nella tazzina di fine porcellana mi racconta che la sorte le ha risparmiato di ascoltare il marito, il Doge Ludovico Manin, pronunciare la famosa frase “Sta note no semo sicuri gnanca nel nostro leto” quando alle porte della laguna già si appostavano le truppe di Napoleone.
“Ma per Lei giunsero solo parole di elogio dalla città di Udine” le ricordo mentre condivido la nera bevanda, che preferisco amara. “Eccellentissima compagna nella gloria… animo gentile e benefico… cuore umano e sincero… il dolce genio e la mente serena… la docil natura… la dignità temperata di gentile e piano costume… l’amor dei saggi e dei buoni… e tante altre sue doti maravigliose… sentimenti veraci… nemica del fasto!”
Schiva, come è sempre stata, sorride e ringrazia.
E replica, quasi sorniona: “È nel nostro destino di donne quello di trasformare il mondo con le rivoluzioni nascoste e gentili.”
ANNA MARIA PELLEGRINO
Gastrònoma e foodblogger.
Ama la bella cucina e narrarla alle persone.
Per il magazine Goppion ha curato nel 2022 la rubrica “Le Colazioni di Anna Maria”, nel 2023 ci ha portato a fare il giro del mondo con “Il caffè degli altri” e per questo 2024 ci racconta la storia di 12 donne attraverso una tazzina di caffè nella rubrica „Donne&Caffè“